Nel 2023 i ricorsi presentati all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) sono diminuiti del 12%, ma c’è un dato che conta più di tutti: il 48% di chi ha fatto ricorso ha ottenuto ragione.
Sì, quasi una persona su due che ha deciso di contestare comportamenti scorretti della propria banca ha visto riconosciuto un diritto.
E in un ulteriore 15% dei casi, le parti hanno trovato un accordo prima della sentenza.
Morale? Agire conviene.
I numeri del contenzioso (e della speranza)
- 133.944 ricorsi ricevuti
- 14.012 decisioni pubblicate
- 48% accoglimento pieno,
- 15% chiusura per accordo tra le parti,
- solo 37% rigettati o non fondati
E non è tutto. Ai ricorrenti sono stati rimborsati oltre 9,8 milioni di euro.
Sono fatti, non promesse.
Su cosa si litiga oggi con le banche?
Negli anni scorsi, i ricorsi erano concentrati soprattutto su cessione del quinto e prestiti. Oggi, invece, i cittadini protestano per:
- Utilizzi fraudolenti di carte e bonifici non autorizzati
- Blocchi dei servizi di home banking (triplicati in un anno!)
- Problemi nella fase di esecuzione dei bonifici
- Modifiche unilaterali delle condizioni su mutui e finanziamenti
- Difficoltà nell’apertura o nella chiusura di un conto corrente
C’è poi un intero fronte in crescita: quello degli esposti diretti alla Banca d’Italia, che nel 54% dei casi porta comunque a una soluzione. Magari non tramite decisione ufficiale, ma perché la banca – contattata – decide di venire incontro al cliente.
Cosa vuol dire tutto questo?
Che non conviene stare fermi.
Se hai subìto un disservizio, se ti sono stati addebitati costi non dovuti, se un bonifico non è arrivato, se il mutuo ti è stato rimodulato senza motivo, se hai avuto problemi con carte o pagamenti online… hai il diritto di far valere le tue ragioni.
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