Il tema delle pensioni è tornato al centro del dibattito politico ed economico. Al momento non ci sono decisioni definitive, ma diverse ipotesi che il governo sta valutando in vista della prossima legge di bilancio.
Tra queste rientra la rivalutazione degli assegni pensionistici, che – secondo i primi calcoli – potrebbe costare circa 5 miliardi di euro nel 2026. Si discute anche del possibile utilizzo del TFR (Trattamento di Fine Rapporto) come strumento per anticipare l’uscita dal lavoro o per rafforzare la previdenza complementare.
Ma cosa significherebbero concretamente queste misure per i pensionati e i lavoratori?
Rivalutazione pensioni 2026: quanto spetta e a chi
La rivalutazione degli assegni è un meccanismo che serve a mantenere il potere d’acquisto delle pensioni, adeguandole al costo della vita.
La spesa complessiva per le pensioni nel 2025, comprese quelle assistenziali, ammonta a circa 355 miliardi di euro. Se l’adeguamento all’inflazione dell’1,7% fosse applicato in modo uniforme a tutta la spesa, servirebbero oltre 6 miliardi di euro. Tuttavia, applicando il meccanismo di rivalutazione per fasce introdotto con la legge di bilancio 2025 – 100% per gli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo, 90% tra quattro e cinque volte il minimo e 75% per quelli superiori a cinque volte il minimo – il fabbisogno si riduce a circa 5 miliardi.
➡️ In sintesi: chi percepisce pensioni più basse riceverà l’adeguamento pieno, mentre per i trattamenti più elevati l’aumento sarà parziale.
Il nodo TFR: pensione anticipata e previdenza complementare
Accanto al tema della rivalutazione, la discussione politica si concentra sul TFR. Due le ipotesi principali:
- Utilizzare il TFR come rendita per anticipare l’uscita dal lavoro a 64 anni;
- Destinare il TFR alla previdenza complementare, rafforzando così il secondo pilastro pensionistico come alternativa sempre più necessaria al sistema pubblico.
Il dibattito è aperto, ma la direzione sembra chiara: il TFR potrebbe diventare uno strumento decisivo per garantire maggiore flessibilità e sicurezza economica ai lavoratori vicini alla pensione.
Il blocco dell’età pensionabile
Un altro punto caldo riguarda la legge Fornero: dal 2027 l’età pensionabile dovrebbe aumentare di tre mesi in base all’aspettativa di vita. Il governo sta valutando di bloccare questo incremento, con un costo stimato di circa 3 miliardi di euro.
Perché la rivalutazione è un diritto
La rivalutazione delle pensioni e la corretta gestione del TFR non sono solo scelte politiche: rappresentano diritti fondamentali dei lavoratori e dei pensionati.
- Ogni euro non adeguato all’inflazione è un potere d’acquisto perso.
- Ogni ritardo o blocco sul TFR mina la certezza di una somma che spetta di diritto.
Su http://www.rimborsopensioni.it seguiamo da vicino questi temi per informare i pensionati e i lavoratori sui loro diritti, sulle possibilità di ricorso e sui casi in cui è possibile ottenere un rimborso.