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Rischio amianto: recepita la Direttiva UE 2023/2668. L’Italia rafforza la protezione dei lavoratori

Il Consiglio dei Ministri ha approvato in esame preliminare il decreto legislativo che attua la Direttiva (UE) 2023/2668, un intervento atteso da anni, che riallinea il sistema italiano ai più avanzati standard europei in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

La direttiva, approvata il 22 novembre 2023, si inserisce nella Strategia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro 2021-2027, con un obiettivo ambizioso: raggiungere un’Europa libera dall’amianto entro il 2032.

Cosa cambia

Il nuovo decreto introduce misure più rigorose di prevenzione e protezione per chi lavora a contatto con l’amianto o in contesti potenzialmente contaminati.

Tra i principali punti:

  • Riduzione del valore limite di esposizione da 100.000 a 2.000 fibre per metro cubo, con un periodo transitorio per l’adeguamento degli Stati membri;
  • Introduzione di tecniche di misurazione avanzate, come la microscopia elettronica (SEM), in grado di rilevare fibre sottili non individuabili con i metodi tradizionali;
  • Obbligo di valutazione delle priorità di rimozione dell’amianto negli edifici pubblici, privati e sulle navi;
  • Formazione obbligatoria e aggiornata per tutti i lavoratori esposti o potenzialmente esposti, con contenuti armonizzati a livello europeo;
  • Conservazione delle cartelle sanitarie per almeno 40 anni dopo la cessazione dell’esposizione, in considerazione dei lunghi tempi di latenza delle malattie asbesto-correlate.

Un passo avanti verso la prevenzione

Il provvedimento segna una svolta nella politica di tutela della salute dei lavoratori, rafforzando gli strumenti di monitoraggio, prevenzione e formazione.
L’obiettivo è duplice: ridurre il rischio sanitario e favorire la trasparenza nella gestione delle bonifiche.

Con questa misura, l’Italia si allinea ai Paesi europei più avanzati, confermando che la sicurezza nei luoghi di lavoro è una priorità strategica e non solo un obbligo normativo.

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