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Approvato il decreto sulle pensioni. Rimborsi una tantum con cifre da 750 a 278 euro, esclusi gli assegni sopra 3.200 euro

Il Consiglio dei Ministri, a seguito della sentenza della Consulta sul mancato adeguamento dei trattamenti previdenziali rispetto al costo della vita ( mancato adeguamento voluto dal governo Monti con il decreto Salva Italia e con riferimento agli anni 2012/2013) , ha approvato il decreto che affronta il nodo delle pensioni.

18/05/2015


Il premier Matteo Renzi in conferenza stampa ha spiegato che “si tratta di 2 miliardi e 180 milioni, che verranno ricevuti da 3,7 milioni di pensionati il 1° agosto“, si farà quindi ricorso al tesoretto contenuto nel Def: risorse aggiuntive che sono determinate dallo scarto tra deficit programmatico ( 2,6%) e tendenziale ( 2,5 % del Pil).

Deve essere sottolineato che si tratta di un bonus “una tantum” che esclude un numero importante di pensionati: circa 650mila. Pensionati che in teoria avrebbero avuto accesso al rimborso, in particolare pensionati che superano la soglia di 3mila e 200 euro lordi di pensione mensile.

Renzi ha inoltre annunciato che sempre in tema di pensioni ci saranno novità all’interno della Legge di Stabilità, soprattutto riguardo ad una maggiore flessibilità in uscita e dando più spazio a chi sceglie la pensione rinunciando ad una parte dell’assegno.

Questi gli scaglioni annunciati da Renzi per il bonus “una tantum”:

  • 750 euro per i pensionati con assegni da 1.700 euro lordi
  • 450 euro per quelli da 2.200 euro lordi
  • 278 euro per quelli da 2.700 euro lordi

Le stesse fasce saranno oggetto anche di una re-indicizzazione dal 2016, mantenendo sempre valori differenziati.

Ha spiegato Renzi in conferenza stampa che : “Chi prende una pensione di 1.700 euro lordi avrà una rivalutazione di 180 euro all’anno. Chi prende 2.200 euroavrà una rivalutazione di 99 euro. Per chi prende 2.700 euro di pensione, sarà di 60 euro l’anno“, con una dichiarazione seguita da una precisazione del titolare del Tesoro, Pier Carlo Padoan: “A partire dal 2016 sarà introdotto un meccanismo di indicizzazione rispetto agli anni precedenti così che i principi della norma della Consulta –  adeguatezza, gradualità e proporzionalità – siano rispettati“.

Il tesoro con la scelta di una soluzione una tantum, riferita ad una platea limitata, riuscirà a limitare l’impatto sui conti pubblici rispettando i parametri europei, con il deficit previsto al 2,6% del Pil nel 2015.

Come fatto notare da Cgia in realtà si va a rimborsare poco più dell’ 11% dell’ammontare potenziale che avrebbe avuto un riferimento in una cifra si 18 miliardi di euro.

A questa osservazione risponde prontamente Padoan spiegando che il deficit sarebbe arrivato, con una simile soluzione, al 3,6% del Pil finendo, molto probabilmente, sotto procedura di infrazione UE

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