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Pensioni, nuove fondate speranze per i rimborsi: la Corte dei Conti si oppone allo scippo indiscriminato. La questione rinviata alla Consulta.

In questi anni lo abbiamo sempre sostenuto con forza: non potranno fare cassa sulle spalle di voi pensionati per sempre!

06/11/2019

Adesso una ordinanza di remissione alla Consulta della Corte dei Conti Friuli Venezia Giulia (numero n. 6 del 17 ottobre 2019)  rafforza la posizione di chi, come noi di rimborsopensioni.it, nell’ ultimo anno ha ingaggiato una nuova battaglia contro il blocco della rivalutazione delle pensioni per il triennio 2019/21 e contro il  taglio alle pensioni per i prossimi cinque anni. Un’ ordinanza che sottopone al giudizio della Consulta, l’art. 1, comma 260, della l. n. 145 del 2018 (blocco rivalutazione), per violazione degli artt. 3, 36 e 38 della Costituzione; e l’art. 1, commi da 261 a 268, della l. n. 145 del 2018 (taglio alle pensioni più alte), per violazione degli artt. 3, 23, 36, 38 e 53 della Costituzione.

Quando la Consulta dovrà giudicare sulla figura del “pensionato bancomat di Stato” e sulla costituzionalità o meno di queste spinose misure dovrà farlo tenendo conto di una ordinanza che sottolinea con un messaggio chiaro e preciso lo stato dei fatti.

La Corte dei Conti afferma che:

–   Questi provvedimenti «non rispettano i tre fondamentali principi posti dalla Corte Costituzionale in tema di previdenza: ragionevolezza, adeguatezza, affidamento».

–   I tagli alle pensioni più alte attuati dal Governo sono una «decurtazione patrimoniale arbitrariamente duratura del trattamento pensionistico, con acquisizione al bilancio statale del relativo gettito» semplicemente ed ingiustamente strumentali a ripianare le mal ridotte casse dello Stato con un prelievo sugli assegni più alti definito «discriminatorio»

–    La rivalutazione delle pensioni così come prevista per il triennio 2019/21 per gli assegni da 1522 euro lordi a salire ( dalle 3 volte il minimo Inps in poi) viene pesantemente criticata parlando di “una sequenza ininterrotta di provvedimenti che, secondo modalità diverse ma rispondenti ad una omologa ratio ispiratrice, hanno sistematicamente compresso (e talora del tutto escluso) la perequazione dei trattamenti pensionistici di maggior importo a partire dall’anno 2012. La situazione determinata con la legge di bilancio 2019, porta a considerare detta contrazione per un decennio 2012-2021”, mettendo seriamente in discussione e sotto accusa il motivo principale: il provvedimento non risulta «sorretto da specifiche esigenze di contenimento della spesa pubblica e dunque si dubita sulla legittimità costituzionale » .

Con questa ordinanza ed il rinvio della questione alla Consulta le azioni che stiamo portando avanti insieme a voi pensionati si rafforzano così come le possibilità di ottenere il rimborso di quanto perso e l’ adeguamento futuro, ma soprattutto confermano quello che è il nostro sentire giuridico e non: il blocco della rivalutazione ed i tagli agli assegni sono ingiusti perché ledono i  principi di ragionevolezza, adeguatezza e affidamento. Valori cardine espressi dalla stessa Consulta e troppe volte disattesi a vostro danno.
Non fatevi abbagliare da promesse future, poco importa se si vocifera di un adeguamento della rivalutazione delle pensioni nella prossima legge di bilancio, voci peraltro non confermate ed eventuale adeguamento per il futuro che sa di beffa: 50 centesimi lordi in più al mese. Non deve essere questo il valore di chi ha lavorato per una vita e vorrebbe una “retribuzione differita” ( la pensione) esattamente come calcolata al momento del pensionamento e non continuamente aggiustata con prelievi forzosi.

Le nostre iniziative sono partite già nei primi mesi del 2019 perchè sin da subito siamo stati perfettamente consapevoli della illegittimità dell’ennesimo prelievo previsto nella Legge di Bilancio 2019,  tuttavia abbiamo tenuto fino ad oggi un comportamento cauto anche a causa della particolare delusione subita nella precedente battaglia. La chiamata della Consulta ad esprimersi in merito  consente di rompere gli indugi e di consigliare a tutti gli aventi diritto di dar corso all’ azione.

Speriamo di essere riusciti a trasmettervi un’ informazione chiara e completa sulla vicenda.

Se sceglierete di affidarvi a noi saremo ovviamente lieti ed onorati di ricevere ancora una volta la vostra fiducia. Diversamente, restiamo convinti che la cosa importante non è fare ricorso con noi, ma farlo! Con chiunque altro riteniate idoneo. Non farlo sarebbe una rinuncia totale ai vostri diritti.

Per chi non vuole arrendersi e vuol dar battaglia per i propri diritti sono aperte le adesioni e sarà possibile salire sul prossimo treno entro il 31.12. 2019

· Per la rivalutazione: https://www.rimborsopensioni.it/modulistica-ricorso-rivalutazione/

· Per il taglio alle pensioni più alte: inviateci l’ultimo cedolino disponibile via mail info@rimborsopensioni.it con i vostri recapiti e sarete ricontattati con le indicazioni per aderire.

Lo Staff di Rimborsopensioni.it

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